Un stretto rapporto lega la famiglia Savoia alla Villa.

All'indomani dell'Unità d'Italia, Re Vittorio Emanuele II, nel 1872, acquistò la Villa Potenziani sulla via Salaria, ingrandendola con l’acquisizione di 10 proprietà adiacenti e vi fece costruire la Palazzina Reale. La Villa prese così ufficialmente il nome di Villa Savoia.

Vittorio Emanuele ElenaSuo figlio, Umberto I, salito al trono decise di vendere la villa a prezzo di favore al Conte Giuseppe Telfener, amministratore dei beni della Real Casa, che diede alla proprietà il nome della moglie: Villa Ada. Poco dopo viene venduta a Bernardo Tanlongo, Governatore della Banca Romana. Coinvolto nello scandalo della banca, Tanlongo venne arrestato nel 1893 e la villa passò formalmente nelle proprietà della Banca Romana.

Nel 1900, a seguito dell'assassinio del padre per mano dell'anarchico Gaetano Bresci, Vittorio Emanule III salì al trono all'età di 31 anni. Inizialmente si installò al Quirinale, ma non amando questa reggia nella quale regnava costantemente l'ufficialità, decise, nel 1904, battendo numerosi contendenti, di riacquistare la Villa, che diventò la sua residenza privata, dove poter godere delle gioie familiari. Il Quirinale fu da allora in poi solo un luogo di lavoro, dove trattenersi il meno possibile, tornando a casa a metà giornata per una lunga pausa pranzo.

Vittorio Emanuele aveva sposato nel 1896, in un matrimonio a sua insaputa pilotato ma che si rivelò felice, Elena Principessa di Montenegro, un minuscolo e povero regno fra le montagne dei Balcani, popolato solo da pastori. Elena, che aveva studiato in Russia e frequentato la corte degli zar, si rivelò moglie fedele e discreta e madre attenta e premurosa.

La coppia reale si dimostrò molto diversa dalla precedente: Umberto e Margherita vivevano nello sfarzo, in una delle corti più ricche d’Europa. Vittorio Emanuele era persona di una sobrietà assoluta e non amava affatto le situazioni mondane. Elena vi si adeguò senza difficoltà: licenziati i cuochi francesi, cucinava di persona per il marito; ricevimenti, Vittorio Emanuele III Umbertocene di gala e balli furono ridotti al minimo. La Regina faceva sistemare i suoi vestiti dalla sua stessa camerista, la fedele Rosa Perona Gallotti, e si prendeva cura personalmente dell’educazione dei figli, insegnando alle femmine a cucire, mentre il Re, appena poteva,  si dedicava alle sue due grandi passioni: la numismatica e i cavalli

Il livello di riservatezza era altissimo, quindi mentre siamo in possesso di molte immagini dello stesso periodo relative a Mussolini ritratto in ambiti famigliari a Villa Torlonia, le foto dei reali a Villa Savoia sono pochissime tutte scattate da Vittorio Emanuele o da Elena, ambedue appassionati di fotografia, ai loro figli.

 

 

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