All'inizio dell'operazione di recupero nulla o quasi rimaneva degli elementi in legno all'interno del rifugio, a causa sia dei gratuiti atti vandalici sia del notevole grado di umidità. Erano ancora presenti i telai ed alcune cornici delle porte dei due bagni e dell'ambiente che accoglie la pedaliera, delle cassette di copertura degli sciacquoni e del vano motore, compresi i gangheri. Una parte di tavoletta in legno sporgente dal muro era inoltre visibile nel vano garage, così come, sulle volte, erano pochi i resti degli elementi ottagonali su cui poggiavano i portalampade in ceramica.

Le fasi di ricostruzione, sempre sotto la supervisione dei funzionari della Sovrintendenza Capitolina, è stata maniacale, mantenendo tutto ciò che era ancora in sito e rispettando le essenze e le dimensioni dei differenti elementi.

In questa operazione, fondamentale è stata la colaborazione della Ditta "Balistreri allestimenti nautici". L'esperienza di Michele Balistreri nel campo della falegnameria nautica ha permesso, seguendo le direttive impartite, di poter garantire una ricostruzione filologica di tutte le parti in legno.

Le maniglie montate sulle cinque porte in legno sono originali della fine degli anni '30 del Novecento.

Balistreri ha infine realizzato ex-novo sia le 10 casse utilizzate come seduta per i visitatori che due casse necessarie per riporre il materiale utilizzato nelle operazioni di pulizia e manutenzione del sito. Anche questi elementi hanno rispettato le dimensioni e le caratteristiche delle casse militari, per non risultare dissonanti nel contesto del bunker.

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