Villa Ada Savoia Roma

L'amministrazione Capitolina  identifica la Villa come  come "Villa Ada Savoia". Ma come è ben noto non è mai esistita una donna di Casa Savoia che portasse il nome Ada, anche perchè in questo caso la dicitura risulterebbe errata in quanto mancante del "di" nobiliare. Il nome "Ada" fu infatti dato alla Villa dal Conte Giuseppe Telfener, che ne fu proprietario per breve tempo a partire dal 1879: egli aveva voluto con questo gesto rendere omaggio alla donna che aveva sposato pochi mesi prima, il 15 marzo dello stesso anno: Ada Hungerford, una ricca ereditiera americana figlia di Daniel E. Hungerford.

 

LVia di Villa Adaa  Villa fu proprietà della famiglia Reale, e quindi conosciuta come  "Villa Savoia" o anche "Villa Reale" dal 1872 al 1879 e poi dal 1904 al 1946.

E' bizzarro quindi che nel dire comune sia oggi conosciuta come "Villa Ada", nome che ebbe per un brevissimo periodo di tempo, piuttosto che con la denominazione che mantenne fino all'indomani del referendum che decretò la fine della monarchia. In periodo post-bellico, quando l'Italia Repubblicana muoveva i suoi primi incerti passi, quel nome doveva sicuramente risultare  piuttosto scomodo e si preferì riesumare quello con cui era stata chiamata, per un brevissimo lasso di tempo,  più di 65 anni prima.

Piano particolareggiato 1939Anche la toponomastica seguì questa impostazione: "Via di Villa Savoia",  la strada che da Via Salaria, all'altezza dell'ingresso monumentale alla Villa, scende fino a Piazza Verbano, mutò prima in "Via Verbano" e poi definitivamente, nel 1946 in "Via di Villa Ada"

Le guide del Touring hanno optato per la formula: "Villa Ada (già Savoia)"

 

Doppio toponimo dunque, adottato anche da noi per identificare il bunker e rendere giustizia sia al nome con cui è normalmente chiamata dai romani, sia a quello che riporta alla mente momenti fondamentali, e spesso tragici, della storia recente del nostro Paese. Per evitare ogni fraintendimento sarebbe forse cosigliabile aggiungere un segno divisorio: "Villa Ada - Savoia".

Certo è che la Villa non esisterebbe per come la conosciamo oggi se non fosse rimasta nella proprietà della famiglia Reale. Nei pochi anni in cui fu di proprietà del Conte Giuseppe Telfener e di Bernardo Tanlongo rischiò infatti di rientrare  in un progetto speculativo: una lottizzazione per un nuovo quartiere residenziale, previsto nel Piano Regolatore del 1883.

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